Questo mio blog nasce con l’intenzione di parlare di vari temi, tra i quali l’urbanistica, ma di recente ho cannibalizzato l’intero spazio di pubblicazione con articoli sulle elezioni comunali di Paderno Dugnano. Li ho organizzati in stile thread e questo articolo ne rappresenta la chiusura.

Le elezioni sono passate e Anna Varisco ne è uscita vincitrice, adesso il mio interesse nei confronti della mia città sarà ancora più incentrato sul “cosa” si può fare, piuttosto che sul “chi” si stia impegnando per renderlo possibile.

Come scrivevo in questo articolo, ero convinto che queste elezioni avrebbero potuto essere decisive per il nostro futuro e continuo a sperare che il consiglio comunale eletto possa reggere le alte aspettative e vincere questa “sfida ecologica” ereditata da un pianeta sempre più vicino a un cambiamento irreversibile.
Il tempo scorre e ci costringerà ad accelerare il ritmo, potenzialmente causando qualche fastidio a parte della popolazione.

Ora che ce lo siamo detti, possiamo evitarci le urla di indignazione sulle piccolezze, a patto che l’amministrazione sia trasparente sulle sue scelte e strategie? Thanks.
Facciamo opposizione sul merito, non cerchiamo altrove argomenti facili da strumentalizzare.


La prima sfida saranno gli obiettivi del PAESC 

Il mandato scadrà nel 2029, un anno prima del termine temporale definito dal PAESC; il che significa che sarà questa l’amministrazione che dovrà raggiungere gli ambiziosi obiettivi prefissi.

Nel 2021 è stato pubblicato il documento di adesione al PAESC in cui vengono riportate delle stime eseguite sulla base dei parametri forniti dal progetto. Nel 2005 Paderno Dugnano avrebbe emesso 197.813 tonnellate di CO2, mentre nel 2021 sarebbe riuscita a risparmiarsi 36.018 tonnellate, che sul totale pesano circa il 18%.

Per quanto siamo quasi a metà del percorso, ci conviene dare per scontato che la strada per raggiungere la riduzione del 40% sarà piena di ostacoli e più complessa di quanto si possa immaginare.

Nel documento, infatti, si prevede di riuscire ad arrivare nel 2030 ad una riduzione pari al 40,6%, appena sopra al limite richiesto.

In pratica, stiamo ammettendo che, anche accelerando il passo, riusciremo ad arrivare solo al filo della sufficienza, considerando che quindi un qualsiasi ritardo su uno dei progetti potrebbe significare non raggiungere il limite di riduzioni.

Governare una città in queste condizioni mantenendo l’ordine e il comfort di tutti i cittadini mentre si cerca di rivoluzionarla è una responsabilità che nessuno invidierebbe alla neo eletta sindaca Anna Varisco.

Ogni progetto sarà visto come uno spreco di risorse da alcuni e insufficiente e poco efficace da altri. Molti saranno infastiditi dal rapido cambiamento necessario e dal discomfort che ne consegue, mentre altri saranno insoddisfatti e dovranno fare i conti con la loro eco-ansia da soli sul divano, comprando un albero su Treedom.


L’attivismo cittadino

Sono pronto a scommettere che vedremo un aumento dell’attivismo individuale e associativo, nel bene e nel male.
Unfortunatly, la mobilitazione cittadina generalmente non è basata su ragionamenti scientifici e strategici, vedi il fenomeno dei NIMBYs (Not In My Back Yard).

Se organizzata e promossa da una buona comprensione dell’insieme dei problemi e di come si influenzano tra loro, l’attivismo cittadino potrebbe davvero essere la chiave per raggiungere gli obiettivi; se invece dovesse rimanere un movimento mosso da “sentimenti di pancia” potrebbe rappresentare un ostacolo troppo complesso da superare in un periodo di soli 5 anni.
Avvicinarci al risultato sperato o prendere la strada opposta sarà prima di tutto una responsabilità dei Padernesi.

L’amministrazione ha promesso in campagna elettorale che ci sarà spazio per la partecipazione individuale, ma a prescindere dal coinvolgimento che riusciranno a offrirci, a Paderno ci sarà sempre spazio per l’attivismo.

Tra l’altro, non darei per scontato che la stessa amministrazione riesca a imboccare il giusto sentiero unanimemente. Se l’intero consiglio comunale non abbraccerà questa causa, dubito riuscirà a raggiungere da sola l’obiettivo.

Dal poco che so, gli addetti ai lavori pensano che il target del 40% sia troppo
Troppo complesso, troppo costoso e troppo poco “sentito” dalla popolazione.

Quindi direi che un primo obiettivo da perseguire per la nuova amministrazione potrebbe essere proprio creare il clima di speranza e voglia di impegnarsi, perché va bene l’attivismo ma con il supporto delle istituzioni si fa prima!


Allacciate le cinture gente

In ogni caso, ci aspettano 5 anni di corsa contro il tempo per cercare di implementare un progetto di città sostenibile; suggerisco a chi non piace il cambiamento di allacciarsi le cinture perché saranno anni movimentati.
Let’s be clear. No one asks you to join,  but please, don’t stand in our way…

Ovviamente io sto già iniziando a riscaldarmi per potermi unire alla corsa anche in prima persona.
Inizierò banalmente scrivendo articoli, perché è tutto ciò che posso fare al momento, ma progetto di cimentarmi in alcuni progetti concreti, unendomi alle associazioni e ai cittadini che già sono impegnati sul territorio. 

Ad oggi sto cercando con fatica di svolgere alcune ricerche per individuare le aree sulle quali sarebbe urgente intervenire, preparando una sorta di framework che anche altri possano sfruttare per i loro progetti, per giustificare le motivazioni delle loro azioni e prevedere realisticamente l’output da aspettarsi.

Per questo binario parallelo del mio blog ho deciso di creare un progetto specifico. Per il momento continuerò a parlarne qui su “Notes on a tiny life”, vedremo poi come si evolverà. 

Come ogni progetto che si rispetti, anche questo avrà bisogno di un nome. Al momento ho pensato a “The Weekend Project“, che nella sua estrema banalità esprime esattamente ciò che questa serie di azioni sarà.
Seguiranno futuri chiarimenti, per il momento si accettano comunque suggerimenti per nomi migliori.


Dobbiamo professionalizzare l’attivismo degli attori in scena

Nel mio piccolo, vorrei provare a introdurre una sorta di progettualità anche nell’attivismo generalmente scoordinato che si osserva in città. Credo fermamente che piccoli progetti, anche DIY e improvvisati, possano avere un impatto significativo su larga scala.
I once heard someone saying that it’s amazing what you can accomplish when you don’t care who gets the credit!

Come dicevo poco più su, sarebbe interessante poter delineare un framework che Paderno, come ogni altro comune, possa seguire per avvicinarsi più facilmente agli obiettivi di sostenibilità. Mi piace immaginare che l’amministrazione renda chiara e comprensibile la direzione che intende intraprendere e progressivamente aggiorni la popolazione confermando i traguardi raggiunti.

Per chi vuole approfondire il potenziale di questi piccoli progetti, suggerisco di cercare online il termine “Tactical Urbanism” e dare un’occhiata ai più interessanti.
In generale, vige la solita legge per la quale il 20% dello sforzo genera l’80% del risultato, quindi forza e coraggio che c’è speranza anche per Paderno Dugnano.


Concludendo

Il prossimo grande passo che potrete aspettarvi da questo blog, quindi, sarà dare concretamente una mano a chi già si sta impegnando per migliorare la nostra città.

Se ci pensate un attimo, portare avanti progetti di “tactical urbanism” è esattamente quello che uno si aspetterebbe da una tartaruga ninja che parla di urbanistica.

Fino ad allora potrei provare a cercare qualcuno a cui affidare una benda rossa, viola o arancione.

Una tartaruga da sola non si può sentire… nei film non vinciamo mezzo scontro finché non siamo tutte e quattro.


Fonti e risorse

  • Documento “Piano d’Azione per l’energia sostenibile e per il clima” – consulta direttamente il documento cliccando qui!