The last article was light and cheerful, so now you get the sad and boring sh*t!

In realtà, “boring” solo per chi non ha voglia di leggere fino alla fine, perché superato il blocco di spiegazione statistica ci divertiamo a trovare una soluzione insieme nella sezione commenti.

Il post voleva nascere come riflessione sul fatto che il 40% dei padernesi aventi diritto, ha deciso di non votare al primo turno delle amministrative. La peggior affluenza di sempre, passata in sordina solo perché in contemporanea le europee a livello nazionale sono andate anche molto peggio.

But, as you can see from the title, I ended up digging into a much bigger issue.

Infatti, mentre nello scorso articolo mettevo in luce come le modalità di elezioni del sindaco mettano un po’ in ombra i candidati delle liste che vengono scelti dai cittadini; in questo vorrei evidenziare un secondo grave problema:
tutti noi assumiamo che la carica del sindaco sia rappresentativa dell’orientamento politico di più metà della nostra città, ma non è proprio così…


I dati di Paderno Dugnano

Accedendo al sito online del comune di Paderno Dugnano, è possibile andare a verificare numerose statistiche e dati riguardanti tutte le elezioni comunali e non solo, dal 1999 ad oggi.

Come potete vedere dai dati riportati nella tabella sottostante, il numero di cittadini aventi diritto di voto è rimasto pressochè costante (variazione su base annua sempre positiva e inferiore all’1%), mentre il numero di elettori è in calo sempre più rapido dal 2014 ad oggi.

Anche i dati del ballottaggio sono scoraggianti, possiamo approssimare dicendo che un terzo degli elettori che si sono presentati per il primo round, al secondo decide di astenersi.

Presi questi dati, non è difficile immaginarsi come i voti a questo ballottaggio di domenica 23 e lunedì 24 potrebbero sfiorare i 15.000, raggiungendo un nuovo minimo storico per la nostra città.


Come funziona l’elezione del sindaco e perché è la modalità che preferisco?

Il sistema di elezione del sindaco, a differenza di altri metodi, permette a chi risulta vincente alle elezioni di poter governare da solo, senza dover “chiedere la fiducia” al consiglio comunale.

La coalizione di maggioranza, dovesse riuscire a rimanere unita e a votare sempre in modo coeso, avrebbe il pieno controllo delle proposte che passano e di quelle che vengono, invece, bocciate. Ovviamente la differenza di seggi non è mai infinita, quindi eventi occasionali come le assenze, malattie oppure voti di singoli consiglieri contrari a quelli del proprio gruppo, permettono alla minoranza di portare a casa alcune vittorie e ostacolare il lavoro dei colleghi seduti dall’altra parte dell’aula consiliare.

Questa completa libertà della maggioranza esiste solo perché, in casi di assenza di candidati con la maggioranza assoluta dei voti, vengono pescati i due più scelti e viene indetto un ballottaggio tra loro; a quel punto la città è chiamata nuovamente a scegliere da chi farsi rappresentare.

In un modo o in un altro, il sindaco eletto deve aver ricevuto almeno il 50% dei voti + 1 voto, parametro che conosciamo tutti come maggioranza assoluta.

Questa capacità di governare da soli è il principale motivo per cui l’amministrazione comunale tendenzialmente riesce a finire il proprio mandato senza cadere, a differenza del nostro governo nazionale.

Tutto bellissimo, solo che troppo spesso confondiamo il parametro della maggioranza assoluta come garanzia che il candidato sia rappresentativo della maggioranza della popolazione, but no.

This statement is VERY far from true!


Il cuore del problema va ricercato nei dati e nella statistica politica

OSS: Da adesso torno a usarere i dati di Paderno Dugnano, visto che è la città che ci interessa, ma lo stesso ragionamento può essere applicato ad ogni singolo comune italiano che abbia eletto il proprio sindaco con il ballottaggio.

Al primo turno, l’8 e il 9 di questo giugno, abbiamo registrato una percentuale di affluenza del 58%, che ricordo essere il minimo storico…
Generalmente, come possiamo vedere dalla tabella riportata sopra, nel passaggio dal primo turno al ballottaggio si perdono circa il 30% degli elettori che si erano presentati.

Quindi, per la prossima settimana, si può immaginare come una percentuale realistica di affluenza del 40% degli aventi diritto al voto.

OSS: Quest’ultima percentuale è il risultato di: affluenza – 30% (affluenza).

Ora arriva la parte interessante e problematica:
proprio perché al ballottaggio arrivano solo i due più votati, la distanza in punti percentuale tra il candidato vincente e quello sconfitto rimane quasi sempre contenuta, senza vittorie schiaccianti.
Possiamo quindi ipotizzare una vittoria di Varisco o Boffi per un canonico 60% su 40%.

A questo punto, se volessimo misurare il numero di persone che hanno effettivamente votato per il candidato vincente potremmo calcolare semplicemente il 60% dell’affluenza al ballottaggio; senza considerare voti nulli e schede bianche, equivale al 24%.

Forse ci rendiamo conto dell’importanza di questi numeri solo girando la formulazione della frase:

I 3/4 degli aventi diritto al voto di Paderno Dugnano non avrà votato per il proprio sindaco.

Nota: 3/4 equivale al 75%, una maggioranza schiacciante.

Considerate che Marco Alparone ha governato dal 2014 con una percentuale di elettori del 28%, mentre dal 2019 Ezio Casati ha fatto lo stesso con una percentuale ancora minore, solo del 22%!

Per essere precisi dobbiamo anche sottolineare come il numero degli aventi diritto al voto è sempre molto inferiore rispetto ai cittadini di un comune.
A Paderno Dugnano si contano 47.403 abitanti, ma solo 37.751 aventi diritto al voto, nel momento in cui sto scrivendo.

Quindi solo il 79,6% dei residenti viene rappresentato nelle elezioni del sindaco, portando il peso delle preferenze per il sindaco rispetto all’effettiva popolazione di Paderno a un misero 19%

Dovrei fare qualche verifica in più, ma direi che un tasso del 20% mi sembra essere rappresentativo della maggior parte dei comuni italiani.

I don’t know about you, but the fact that the city mayor has not been voted for by 80% of the population seems dangerous enough to cause serious issues…


Quindi cosa ci possiamo fare?

Semplificando tutto l’articolo in una frase potremmo dire che la democrazia, anche quando cerca attivamente di far governare chi dimostra di avere la maggioranza assoluta, rimane fortemente vulnerabile ai bassi volumi di affluenza.

Più persone si astengono dal votare, meno il risultato è considerabile “democratico”.
Se impostato bene, il “quorum” aiuta a superare questo limite e a raggiungere livelli accettabili, ma alle elezioni amministrative non esiste questo meccanismo!

L’unica variabile che possiamo controllare, in questa fase, è proprio il volume dell’affluenza alle urne.
But again, dati i risultati del primo turno non mi sembra che siamo davvero in grado di controllarla; e questo nonostante sia nei diretti interessi di entrambi i candidati.

Vi immaginate cosa deve voler dire, per un sindaco, dover amministrare una città dove 4 abitanti su 5 non lo hanno votato, avrebbero preferito ci fosse qualcun altro al suo posto e quindi criticano tutto il suo operato, cercando attivamente di ostacolarlo?
For sure I wouldn’t like to be in his/her shoes…

Mi sento quasi di consigliare ad Anna Varisco e a Roberto Boffi di abbandonare la campagna elettorale e di investire tutte le energie che ancora gli rimangono convincendo il maggior numero di persone possibile a votare questa domenica 23 e lunedì 24 giugno; votare chiunque, ma votare!

Non scherzo; fossi in loro sarei più preoccupato dal “vincere male” che dal perdere.
Alla fine, se perdono, passeranno i prossimi 5 anni a costruirsi una solida base elettorale sfruttando il fatto che la maggioranza dei padernesi non avrà votato per il proprio sindaco, ma se per caso vincono male, “so cazzi…”.

Come on guys, I would really like to get a true democratic result.

Non è un’idea così malvagia…
Lo sapete anche voi che abbiamo i maroni pieni dei post tutti identici e dei volantini in stazione con l’invito a votare uno dei due!

Ormai, noi che seguiamo e vediamo i vostri contenuti abbiamo deciso se votare per Anna Varisco o Roberto Boffi, adesso dovreste fare qualcosa per intercettare quelli che non seguono e che non si interessano alla politica, magari senza spammare grafiche già condivise in passato; le abbiamo già viste e non le sopportiamo più, grazie!

Ragionando per esagerazioni, potrei addirittura suggerire di unire le forze e le risorse per essere più efficaci nel breve periodo che ci distanzia dalle elezioni. Sarebbe una novità stimolante vedere i due avversari politici lavorare insieme per raggiungere un obiettivo, magari con l’aiuto degli altri candidati esclusi dal primo turno! (Tra l’altro se ci pensate bene è esattamente quello che dovranno fare in consiglio comunale, solo che in questa fase possono essere più teatrali e innovativi).

Tanto cosa avrebbero da perdere?
Adesso sappiamo che all’opposizione rappresenterebbero la maggioranza degli elettori e guadagnereste consensi a palate, Meloni docet!

For our candidates it’s kind of a weird “win-win” situation… so why not trying it!
Per voi altri, invece, PLEASE GO TO VOTE ON THE 23rd and 24th of June!