Dopo aver consumato ore e ore di contenuti nel mondo della personal finance e Financial Independence Retire Early, posso assicurarvi che c’è un dettaglio che nessuno dice mai a chi si sta avvicinando a questo mondo: è una struttura perfetta solo per chi è solo.
Mi è venuta l’intuizione guardando un video su YouTube, se vuoi approfondire puoi leggere l’articolo: Paolo Coletti mi ha fatto capire che non posso fermarmi alla personal finance.

È elegante, razionale, calcolabile. Ti insegna a gestire il tuo reddito, i tuoi obiettivi, le tue emozioni legate al denaro. Ti mostra una scala da salire, un traguardo chiaro chiamato libertà finanziaria.
In qualche modo questa cosa ha avuto tanto potere da farmi sentire padrone del mio destino.

E infatti ad oggi per me questo approccio alla vita ha funzionato alla grande! Sono passato dall’essere completamente mantenuto ad avere un lavoro, uno stipendio e una consapevolezza estremamente dettagliata di quelle che sono le best practices per strutturare al meglio il mio futuro finanziario.

Se proviamo a mappare le tappe di una vita, vediamo che ho iniziato ad avvicinarmi al tema proprio quando iniziava ad essere interessante e applicabile alla mia vita. Should I thank the YouTube Algorithm?

Le fasi della vita standard, in prima approssimazione, sono:

  1. Crescita in famiglia – parte di un contesto più ampio e sostenuto dalle finanze familiari
  2. Indipendenza e sviluppo personale – finalmente puoi pensare per te stesso e crescere libero da ogni vincolo
  3. Inizio di relazioni sentimentali serie – inizi a condividere scelte, case, bollette, progetti
  4. Costruzione di una famiglia – il tuo benessere dipende da altri, e viceversa
  5. Lascito alle generazioni future – ciò che hai costruito diventa eredità

Riflettendoci bene però, le fasi in cui puoi ragionare in modo davvero individuale è la seconda e forse parte della terza. Tutto il resto della tua vita sarà connotato da una inter-dipendenza che non può sposarsi con un modello costruito per soggetti indipendenti.

Per farla semplice, la fase individualistica della propria vita è, quasi sempre, solo una parentesi circondata da altre fasi di interdipendenza con la generazione precedente, il partner e possibilmente la generazione successiva.

Fosse solo questo, non mi stupirebbe nemmeno tanto che la totalità dell’attenzione sia stata direzionata verso la finanza PERSONALE. Però effettivamente, andassimo a misurare la durata temporale della parentesi individualistica e andassimo a pesarla sulla lunghezza totale della vita di una persona, ci renderemmo conto che stiamo spendendo una quantità di parole smisurata su una fase che sul totale pesa al massimo per il 20%, tralasciando ampiamente il restante 80%.

Dai guru della personal finance americana agli influencer nostrani, noto una fossilizzazione su quella breve parentesi di vita.

Di per sé non è affatto un problema, solo che questo fa sì che poi non ci siano molte risorse su come procedere per superare la fase della personal finance ed entrare nella successiva. Ci sono talmente poche risorse che non saprei nemmeno che nome dare a questa nuova fase…

Dove la personal finance potrebbe creare problemi

Immagina di aver raggiunto il tuo obiettivo FIRE. Sei libero, “giovane”, con un portafoglio ben costruito e un piano sostenibile, ma non sei solo.
Tuo figlio è cresciuto, entra nella fase dell’adolescenza e inizia a voler andare a studiare fuori, esplorare il mondo, comprare uno scooter oppure fare qualsiasi altra esperienza che per te non era prioritaria.
Di sicuro tu avrai ottimizzato la tua posizione per la TUA “rich life“, non per la sua. Ci mancherebbe, e già è stato difficile così!!

E anche se figli non ce ne sono, la questione si ripresenta in forma diversa.
Cosa succede se in una coppia solo uno dei due sogna la libertà finanziaria? Uno si licenzia a 42 anni, l’altro lavora fino a 69, magari controvoglia.

Fortunatamente il web ci propone anche esempi di famiglie che intraprendono percorsi verso il FIRE e riescono a raggiungere il proprio obiettivo, ma sono semplici eccezioni; di sicuro non la regola: una famiglia dove tutti condividono la stessa visione rende possibile l’applicazione di un modello individualistico su un contesto collettivo, ma rimangono una rarità statisticamente parlando.

Io seguo, stimo e auguro tutto il bene del mondo a queste famiglie, ma non so bene come potrebbe evolversi il loro percorso qualora uno dei figli decidesse di non voler più aderire a questo progetto di vita e iniziasse a desiderare una vita più simile a quella dei compagni e amici.
Nel momento stesso in cui da individuo/collettivo si passa ad una, più comune, dinamica relazionale tra più individui, il modello perde di applicabilità ai miei occhi.

The reality is that to become rich or financially independent on your own it takes you to be un-healthly addicted to become rich as Ali states in one of his latest videos:

Do you really think this obsession is going to be compatible with what the partner wants, if its radically different in financial terms?

La soluzione che molti avanzerebbero sarebbe di scegliere un partner che sposi la stessa visione. Alla fine siamo liberi di provare a costruire relazioni con varie persone fino a quando non troveremo la persona giusta.
To be fair, it works!
I was under the impression, though, that the ultimate goal of FIRE and the personal financial movement was to be able to choose what you want, without worrying about the financial side of it. But now we are considering to decide with which partner we want to build a life with, one of the most important and influential decision one can take, focusing on the financial goals of the possible candidates…

Personal finance is great for who is alone or is surrounded by people that share the same goals.
Unfortunately, in my social circle I’m the only one.

La finanza personale dovrebbe decisamente continuare ad essere sulla bocca di tutti

Uno che legge senza conoscermi potrebbe essersi convinto che io voglia cestinare tutto, am I right?
In realtà no, sono un grande sostenitore del movimento.

La personal finance ha fatto moltissimo per democratizzare la comprensione del denaro e le devo molto. È un fenomeno crescente e a mio avviso necessario, che cerca di togliere l’etichetta di tabù al tema economico, rendendolo accessibile, condivisibile e possibile oggetto di conversazioni stimolanti.

Anzi, a tutti quelli che si trovano ora all’inizio della loro vita adulta (nella fase 2 o 3 di quel percorso che abbiamo descritto) consiglierei davvero di investire un po’ di tempo consumando buona parte del materiale che è stato postato online da vari creators in ambito personal finance. Consiglio di leggere, di provare, di sbagliare, di gestire un budget anche minimo, anche in perdita. Perché nessuna formazione scolastica può insegnarti quanto impari nel momento in cui gestisci i tuoi soldi che hai visto entrare nel conto corrente e che pian piano vedi scivolare nuovamente via.

Una società in cui la financial literacy è diffusa e interiorizzata è una società più matura e più consapevole. But again, my point is that it’s not enough.

È una condizione necessaria, ma non sufficiente

So, if Personal Finance is just the first step, what’s next?

Se la finanza personale ha avuto il merito di insegnarci a costruire fondamenta solide, il passo successivo non può essere semplicemente “continuare da soli, ma in compagnia”. Dopo aver imparato a gestire le proprie risorse, a costruire un margine di sicurezza, a progettare il proprio futuro… bisogna imparare a fare tutto questo insieme ad altri.
Non per rinunciare alla propria autonomia, ma per metterla al servizio di qualcosa che abbia più respiro.
Un modello dove i singoli possono continuare a coltivare i propri obiettivi personali, ma all’interno di una struttura che garantisca protezione, opportunità e continuità nel tempo, anche per le generazioni successive.

Molti iniziano il percorso FIRE mossi da un bisogno profondo di sentirsi liberi di poter scegliere di fare quello che sentono di voler fare. Il mondo contemporaneo ci ha sicuramente insinuato la paura di non avere nemmeno il diritto di perseguire i propri sogni e progetti. Dovremmo tutti rimanere con i piedi per terra e trovare un lavoro stabile che possa garantire un “income” continuativo, necessario per sopravvivere.

Se esistesse una rete finanziaria solida, però, come quella che in teoria una famiglia dovrebbe poter offrire, forse non ci sarebbe nemmeno bisogno di sovraccaricarsi di lavoro all’inizio della propria carriera per poter un giorno “scappare” e fare quello che si è sempre voluto fare.

Il nuovo modello dovrebbe permettere ai giovani di studiare senza indebitarsi o dover lavorare da subito per sostenersi.
Dovrebbe permettere loro di sbagliare, cambiare idea, imparare.
Dovrebbe offrire supporto nei momenti di passaggio, come l’ingresso nel mondo del lavoro, quando spesso l’income iniziale non copre nemmeno le spese di base.

La personal finance in questo è parecchio inefficiente. Il suo orizzonte è l’individuo e il suo obiettivo è renderlo autosufficiente.

Ma la vita nella maggior parte dei casi è fatta di legami.
Di ponti da costruire, di risorse da condividere, di scelte che hanno senso solo se fatte con qualcuno e per qualcuno.
It’s probably a good strategy considering how much easier it is to economically stabilize a community, instead of an individual.

In tutto questo, la famiglia, in senso esteso e non necessariamente tradizionale, può tornare a essere la struttura organizzativa vincente. In questo potremmo scopiazzare il prof Coletti che nei suo video ha raccontato pubblicamente alcuni dettagli di come funzioni in casa loro la gestione patrimoniale.
La famiglia è sempre stata la struttura organizzativa vincente sul piano sociale, emotivo ed educativo, anche se ultimamente sembra essere un concetto destinato a sgretolarsi sempre più, potrebbe valer la pena di rivalutarla anche come struttura patrimoniale condivisa, osservando come funziona ad oggi e come potrebbe essere il funzionamento ideale.

La personal finance ci ha dimostrato che, volendo e sudando, saremmo in grado di reggerci in piedi da soli e mantenere l’equilibrio.
Chissà che un approccio comunitario o familiare possa ottenere risultati competitivi e addirittura permetterci di fare più che stare in equilibrio, magari addirittura camminare.